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Generazione Z: il lavoro soddisfacente è (quasi sempre) tech, ma non basta

23-06-2025 06:00

Desirée Miranda

Apertura, gen z, Best Workplaces,

Generazione Z: il lavoro soddisfacente è (quasi sempre) tech, ma non basta

Dalla fiducia nel management al bisogno di retribuzioni più eque: cosa chiedono davvero i giovani nati dopo il 1995

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Giovani e mondo IT: un connubio perfetto, non solo per questioni anagrafiche. Il settore IT è proprio quello che soddisfa di più, lavorativamente parlando, la cosiddetta Generazione Z o Zoomer. Non solo. Nelle aziende che soddisfano di più i loro criteri, si trovano talmente bene che l’indice di fiducia medio è (91%)  è superiore di 45 punti rispetto alla media italiana. Tuttavia anche i migliori possono ancora migliorare.


I nati tra la metà degli anni 90 e il 2012 cercano accoglienza e benvenuto nel momento dell’assunzione, coinvolgimento da parte dei responsabili nelle decisioni che influiscono sull’organizzazione del lavoro e sull’ambiente lavorativo, imparzialità del management senza che vi siano favoritismi nelle promozioni e supporto reale e concreto da parte dei responsabili nell’attività lavorativa.
 

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Fattori importanti se si guarda alla capacità delle aziende di attrarre e trattenere giovani talenti. Anche perché emerge sempre più come nelle aziende dove i giovani si sentono trattati in modo equo abbiano più voglia di costruire un percorso a lungo termine.


Stando alla classifica delle aziende che riescono a garantire ai giovani collaboratori elevati livelli di fiducia e soddisfazione sul luogo di lavoro (Best Workplaces for Gen Z) di Great Place to Work Italia, sono proprio le aziende che orbitano nel mondo IT quelle che soddisfano meglio questi requisiti.


Per stilarla sono stati intervistati 7.741 i collaboratori zoomer di aziende italiane di piccole, medie e grandi dimensioni. 

 

Tra le 20 migliori aziende italiane preferite dalla Gen Z, che sono anche quelle che contano più giovani assunti, il 40% appartiene al settore IT. Una su 5 (20%) è attiva nel settore dei servizi professionali, il 10% sia nella manifattura-produzione che nel retail, mentre il 5% ciascuno per i settori advertising-marketing, servizi finanziari e assicurazioni, ospitalità e media.
 

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Non tutto è perfetto comunque. Anche nelle migliori aziende ci sono margini mi miglioramento per il benessere dei propri dipendenti, soprattutto dal punto di vista economico. Le aree considerate più negativamente dalla Gen Z sono: equità nella retribuzione (76%) ed equa distribuzione della ricchezza generata (73%)


Da questi insight - dichiara dichiara Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia - si può evincere la ricetta che permette ai 20 Best Workplaces for Gen Z di trattenere i propri giovani talenti: assenza di discriminazioni in base all’età e completa integrazione nei processi e nelle logiche aziendali. Forse, come nella loro vita, anche nel lavoro i nostri giovani Zeta cercano un senso in ciò che fanno”.
 

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