redazione@sudhitech.it
editore@sudpress.it
tel: +39 339 7008876 (solo messaggi wapp)

c8b153db-f5aa-45aa-9890-245244337c69
hitech2
hitech2

GRUPPO EDITORIALE SUDPRESS


facebook
instagram
whatsapp
tutti 1.jpeg

LA TESTATA:

Registrazione Tribunale di Catania n. 18/2010

PIVA 04818090872 - ROC 180/2021
Edito da: Sudpress S.r.l. zona industriale, c.da Giancata s.n. 

95121 Catania

Direttore editoriale

Pierluigi Di Rosa

 

Direttore Responsabile

Elisa Petrillo

 

Coordinamento di Redazione

Desirée Miranda

newspaper-background-concept (1).jpeg

Credito d’Imposta Mezzogiorno e Leasing Finanziario: la Controversia sul Riscatto e il Ruolo della Giurispru

06-06-2025 06:00

Francesco Coco - Dottore Commercialista

Apertura,

Credito d’Imposta Mezzogiorno e Leasing Finanziario: la Controversia sul Riscatto e il Ruolo della Giurisprudenza

Temi di grande impatto sull'economia regionale

20250605_2259_credito-mezzogiorno-e-leasing_simple_compose_01jx0y734ve8atadtgp1jt7h13.png

Negli ultimi tempi si è acceso un acceso dibattito riguardo all’applicabilità del credito d’imposta Mezzogiorno alle imprese che hanno realizzato investimenti tramite contratti di leasing finanziario. 

 

L’Agenzia delle Entrate, infatti, sta avviando una serie di recuperi dei benefici fiscali concessi, sostenendo che tali agevolazioni non spettano se i contratti di leasing non prevedono un obbligo di riscatto del bene da parte dell’utilizzatore.

 

Questa interpretazione, però, trova forti contrasti nella recente giurisprudenza, che ribadisce come solo la legge abbia valore vincolante e che le circolari ministeriali non possano modificare o restringere i diritti previsti dalla normativa.

 

Leasing Finanziario vs Leasing Operativo: un punto fondamentale

Prima di addentrarci nelle polemiche, è importante fare chiarezza sui due principali tipi di leasing:

  • Il leasing finanziario è un contratto in cui una società di leasing concede a un’azienda un bene strumentale per un certo periodo, dietro pagamento di canoni periodici. Qui, la sostanza economica è quella di un finanziamento finalizzato all’acquisto del bene, con trasferimento dei rischi e benefici all’utilizzatore e, di norma, un diritto o obbligo di riscatto al termine del contratto.
  • Il leasing operativo, al contrario, si configura più come una locazione o noleggio, senza trasferimento sostanziale della proprietà e senza obbligo di riscatto. È tipico nel caso in cui il produttore stesso conceda direttamente in uso il bene contro canone.

 

Il nodo per l’agevolazione fiscale è proprio nel fatto che il leasing finanziario, per natura, deve prevedere un obbligo di riscatto per far sì che l’investimento sia considerato acquisizione ai fini del credito d’imposta.

 

Il quadro normativo e la posizione dell’Agenzia delle Entrate

Il credito d’imposta per il Mezzogiorno è stato istituito per incentivare gli investimenti in beni strumentali nuovi da destinare alle unità produttive nelle regioni del Sud Italia, con l’intento di favorire lo sviluppo economico di queste aree.

 

L’articolo 1, comma 99, della legge 208/2015 chiarisce che l’agevolazione spetta anche per gli investimenti effettuati tramite contratti di locazione finanziaria, purché tali contratti contengano l’obbligo di acquisire il bene alla scadenza.

 

Sulla base di queste premesse, l’Agenzia delle Entrate ha iniziato a recuperare il credito con la motivazione che, se manca l’obbligo di riscatto, il beneficio non è spettante. Questo orientamento si fonda prevalentemente su circolari amministrative, in particolare quella del 2008 (n. 38/E), che richiede espressamente la presenza dell’obbligo.

 

Giurisprudenza e circolari: chi ha ragione?

Il punto di frizione sta proprio nella natura vincolante delle circolari fiscali. La Corte di Cassazione ha più volte sottolineato che, nel diritto tributario, le circolari ministeriali non rappresentano fonte di diritto. Esse non possono introdurre obblighi o condizioni ulteriori rispetto a quanto stabilito dalla legge.

Il principio di prevalenza della legge sulle circolari amministrative

 

La Cassazione ha più volte stabilito che le circolari ministeriali, sebbene rappresentino un importante strumento interpretativo per l’Amministrazione finanziaria, non costituiscono fonte di diritto vincolante. Ciò significa che non possono imporre ai contribuenti obblighi o limiti non previsti espressamente dalla legge.

 

In particolare (Cass. Sez. Trib. 31 ottobre 2017, n. 25905) la Corte ha affermato che le circolari non possono creare cause di revoca di benefici fiscali non previste da una norma di legge, né introdurre obblighi tributari inesistenti. L’orientamento dell’Amministrazione non può sostituire la legge.

 

La sentenza più recente: Cassazione 9 febbraio 2024, n. 3718

Questa pronuncia ha ulteriormente rafforzato la tesi secondo cui il rapporto tributario è regolato unicamente dalla legge, con la conseguenza che:

  • Le circolari amministrative, se divergono dalla norma, non possono modificare i diritti e gli obblighi del contribuente.
  • Nel caso in cui il contribuente si sia conformato a un’interpretazione diversa da quella indicata nelle circolari, l’unica conseguenza è l’esclusione delle sanzioni e degli interessi relativi, ma non l’esonero dall’adempimento principale, cioè il pagamento dell’imposta dovuta.
  • Si sottolinea inoltre il principio di tutela dell’affidamento (art. 10, comma 2, legge 27 luglio 2000, n. 212 - Statuto del contribuente), che garantisce protezione agli operatori economici in buona fede.

 

La sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione, 6 giugno 2024, n. 15886

Questa decisione rappresenta una pietra miliare nel chiarimento dell’efficacia delle circolari nel diritto tributario, con la Corte che ha affermato che:

  • Le circolari non hanno natura normativa né valore superiore o inferiore rispetto alla legge: hanno un valore “equiordinato” rispetto all’interpretazione del contribuente.
  • È compito esclusivo del giudice, in sede di contenzioso, stabilire il significato corretto delle norme tributarie, indipendentemente dall’interpretazione fornita dall’Amministrazione tramite circolari o altri atti formali.
  • Il giudice deve quindi enucleare il senso autentico della legge senza dare rilievo decisivo alle indicazioni contenute nelle circolari, anche se formalmente vincolanti per l’Amministrazione.

 

Questa sentenza ribadisce che non può essere attribuito valore di fonte di diritto alle circolari, neppure se vengono emanate per spiegare l’interpretazione dell’Amministrazione.

In altri termini, se il contribuente ha rispettato la legge, non può essere sanzionato per aver seguito un’interpretazione differente indicata da circolari, se queste ultime risultano in contrasto con la norma.

 

Un esempio concreto: come si traduce questo contenzioso

Pensiamo a un’impresa con sede in Puglia che ha acquistato un macchinario tramite leasing finanziario, in cui il contratto concede all’utilizzatore la facoltà, ma non l’obbligo, di riscattare il bene a fine periodo.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, questa assenza di obbligo escluderebbe la possibilità di godere del credito d’imposta, spingendo l’ente a recuperare le somme già concesse.

Dall’altra parte, però, l’impresa può contestare questo recupero, richiamandosi alle decisioni della Cassazione che, confermando il primato della legge sulle circolari, lasciano spazio a una interpretazione meno rigida.

 

Conclusioni e spunti per il futuro

La vicenda sottolinea una problematica ricorrente nel rapporto tra contribuenti e Amministrazione finanziaria: il confine tra interpretazioni amministrative e disposizioni di legge.

Sebbene la collaborazione tra fisco e contribuenti sia auspicabile e necessaria, è fondamentale che le norme siano chiare e applicate con coerenza.

 

Per le imprese che operano nel Mezzogiorno e che utilizzano il leasing finanziario per gli investimenti, il consiglio è di:

  • verificare con attenzione le clausole contrattuali relative al riscatto;
  • affidarsi a consulenti fiscali aggiornati per valutare la posizione e gestire eventuali contenziosi;
  • prepararsi a sostenere con forza la propria interpretazione, in caso di atti di recupero ingiustificati.

 

L’auspicio è che il legislatore possa intervenire con chiarimenti normativi per evitare ulteriori incertezze, garantendo così un quadro più sicuro per gli investimenti e per la crescita economica del Sud Italia.

banner giornale gnc (1280 x 720 px)